Design e sostenibilità: un'unione per migliorare il futuro
Scopri come una prospettiva verde influenza lo sviluppo del prodotto e come può migliorare il futuro
L’imprescindibile funzione della sostenibilità nel design contemporaneo
Nel design contemporaneo il ruolo della sostenibilità ha ormai assunto una posizione centrale. Oggi i designer hanno il chiaro dovere etico di preoccuparsi di come avviene la realizzazione dei prodotti che creano: noi di Salvatori siamo fermamente convinti del ruolo fondamentale che le aziende possono svolgere.
Offrire al consumatore prodotti pensati e realizzati in un’ottica green costituisce per noi un’occasione unica, per far germogliare una spinta naturale e imprescindibile alla salvaguardia del nostro pianeta.
Pensiamo che le aziende possano davvero fare la differenza apportando un cambiamento nelle mentalità del consumatore: far sì che la sostenibilità diventi un criterio fondamentale per la scelta di acquistare un prodotto è un passo importante per una necessaria inversione di rotta del consumismo moderno.
La filosofia aziendale di Salvatori volge l’occhio all’ecodesign sin dal 1975: per primi nell’industria lapidea sviluppammo e realizzammo un sistema di produzione che ci permettesse di depurare e riciclare l’acqua necessaria nella lavorazione della pietra naturale. Capimmo da subito che produrre nel rispetto dell’ambiente non aveva solo a che fare con il tipo di materia utilizzata.
L’evoluzione della sostenibilità: il cycle design
Parlare di sostenibilità nel design, oggi, non significa più soltanto realizzare prodotti che usino materie prime riciclabili.
L’attenzione deve essere spostata a tutto il ciclo di produzione: dall’ideazione fino allo smaltimento finale, tutto deve essere pensato per ridurre il più possibile l’impronta del progetto sul pianeta.
A tal fine è stato creato il Life Cycle Assessment (LCA), una metodologia standard che ci permette di valutare l’impatto di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita: le varie fasi di produzione di ogni materiale, la fabbricazione dell’oggetto, la distribuzione, l’uso e smaltimento, vengono analizzati per capire come ridurre l’effetto complessivo del prodotto sulle nostre risorse.
Il marmo di per sé è una risorsa totalmente naturale e già da solo esempio di riciclo: nato dagli accumuli di materiali calcarei e fossili, tramite un processo di metamorfosi il marmo trasforma e rivalorizza questi depositi, restituendogli bellezza e utilità.
Dopo aver prestato grande attenzione all’intera fase di pre-produzione (attenzione che è iniziata nel 1975 e non si è mai fermata), il passo successivo di Salvatori verso Cycle Design è stato quello di capire come rivalutare e riciclare gli scarti di lavorazione.
Infatti, quando si tratta di lavorare un materiale così vario come il marmo, spesso scarto non significa difetto: una venatura troppo evidente o una salina troppo grande rischiano di non incontrare il gusto estetico del cliente, e per questo grandi percentuali di un blocco possono essere scartate.
Rivalutare perciò quegli scarti di materia che non presentavano un difetto, ma anzi custodivano ciò che rende la pietra naturale così unica e irriproducibile ci sembrava un dovere, oltre che un gesto d’amore verso l’ambiente.
È così che nel 2010 nasce Lithoverde®, la prima finitura al mondo a essere composta al 99% di pietra riciclata. Il restante 1% è composto da una resina, a base di soia e completamente naturale, che lega insieme le lastre di scarto appositamente ritagliate e riadattate: ogni ritaglio si lega completamente all’altro, in una texture tremendamente bella e unica per la sua estrema e imprevedibile variegatura.
Dopo aver vinto numerosi premi e riconoscimenti per l’innovazione che Lithoverde® rappresenta tutt’oggi, e aver sviluppato numerosi progetti per il riutilizzo della pietra, abbiamo capito che cercare di sviluppare un intero processo di produzione e commercializzazione del marmo che ne rispettasse l’intrinseca naturalità fosse imprescindibile e doveroso: non solo spediamo il 40% della nostra produzione utilizzando carta e cartoni riciclati totalmente green, ma stiamo collaborando alla progettazione di sistemi di imballaggio edibili, nel pieno di un’ottica cradle to cradle, letteralmente dalla culla alla culla, che vede alla fine del ciclo la nascita di un nuovo percorso e non la fine in discarica.
Design e sostenibilità contro la logica dell’usa e getta
Come abbiamo visto quindi, per creare un prodotto di design sostenibile non basta utilizzare materiali certificati ecologici.
Abbattere la logica del consumismo eccessivo e di prodotti dall’utilizzo limitato è un’altra grande missione della sintesi tra design e sostenibilità: produrre oggetti che oltre ad essere belli siano anche duraturi permette non solo di combattere un continuo spreco delle risorse, ma anche di risparmiare tutto l’inquinamento dovuto ai sistemi di imballaggio e trasporto che permettono di inserire il prodotto nella catena commerciale.
Un materiale come il marmo risponde benissimo a questa esigenza: la sua innata resistenza è dimostrata ogni giorno da millenari e simbolici edifici che ancora oggi resistono stoici e bellissimi al tempo che passa.
Scegliere di arredare la casa con rivestimenti o complementi d’arredo in pietra naturale si qualifica perfettamente in controtendenza alla logica dell’usa e getta che ha recato gravi danni al nostro ecosistema.
Installare un pavimento in marmo è un investimento lungimirante: oltre al valore di un pavimento che custodisce dentro di sé i passi e la vita delle generazioni che si susseguono negli anni, la scelta di un rivestimento così duraturo consente un notevole risparmio in termini di mancate opere di sostituzione o rimodernamento.
La realizzazione di un prodotto bello, duraturo e con un processo sostenibile si qualifica come la sintesi perfetta fra design e sostenibilità.