Salvatori The Village Collection: Intervista a Patricia Urquiola
Scopri i pensieri di Patricia Urquiola su The Village, il nostro nuovo progetto che esplora il modo in cui vediamo le nostre case oggi
Il progetto The Village: ne parliamo con Patricia Urquiola
La creatività non si ferma mai, è un’abilità cognitiva che non si può controllare ma solo imparare ed assecondare. In Salvatori questo lo sappiamo bene ed è proprio seguendo il flusso della nostra instancabile creatività che abbiamo partorito un nuovo progetto: The Village.
L’ultimo anno è stato duro per tutti, pieno di rinunce sicuramente ma è stato l’anno in cui ci siamo anche accorti quanto siano importanti le cose più normali e semplici, quelle che, travolti dalla quotidianità, tendiamo a dare per scontate, proprio come le nostre case. Ci siamo resi conto che la casa, prima di tutto, rappresenta il proprio nido e come tale è necessario che ci rappresenti in toto, e non sia solo un luogo di passaggio per scappare di nuovo fuori ed affrontare il mondo.
Gli eventi passati ci hanno anche permesso di sperimentare un sentimento globale di estrema solidarietà che ha unito tutti i Paesi e che ha permesso alla popolazione mondiale di comprendere che, nonostante tutto, siamo tutti vicini di casa e la vita di ognuno dipende da quella degli altri.
Ci siamo così domandati cosa renda speciale un luogo (od una casa) tanto da identificarlo come il nostro luogo del cuore, e abbiamo immaginato questo spazio così a fondo e così minuziosamente che abbiamo sentito la necessità di coinvolgere altre persone in questo brainstorming creativo tra cui non poteva certo mancare Patricia Urquiola, designer e architetto con base a Milano.
Nel collaborare a questo progetto sono molti gli aspetti su cui ci siamo soffermati andando ad esplorare anche il ruolo di funzionalità e sostenibilità che il design ha (o dovrebbe avere) oggi.
Come afferma la designer “il progetto The Village è una riflessione sugli spazi domestici, oggi sempre più cangianti. La casa è diventata il centro delle nostre vite, la nostra città, il nostro habitat. Siamo diventati tutti navigatori domestici e cerchiamo di orientarci a queste nuove latitudini dell’abitare”.
L’intervista che segue affronta quindi non solo il progetto The Village ma anche il design nel suo insieme fatto di materiali (in questo caso la pietra naturale), funzionalità, sostenibilità e creatività.
Per lei cos’è il design applicato alla pietra naturale?
La pietra è un aggregato naturale di minerali, è di per sé un materiale che imprigiona, che crea la sua bellezza inglobando in sé le impurità, lo scorrere del tempo. Ogni pietra è diversa dall’altra, è unica.
Quando ho iniziato a lavorare con il marmo, ammetto che avevo una visione tradizionale di un materiale legato all’architettura classica. La consideravo difficile da adattare alla scala del prodotto, tentavo di idealizzarla. Era mia intenzione però rompere questi pregiudizi e ho scoperto che il marmo è estremamente duttile.
Il marmo è un materiale che ci parla in modo sorprendente.
Ha partecipato al progetto The Village. Come si lega secondo lei il design al luogo del cuore?
Il design è la chiave che ci aiuta a far evolvere gli spazi in cui viviamo che, oggi soprattutto, cambiano funzione continuamente per adattarsi alle nostre necessità.
Il mio luogo del cuore è la casa, ma mi piace pensare a una casa ideale slegata da un’idea di forma e capace di creare legami evocativi che ci possano aiutare a far evolvere il nostro abitare.
Quali sono i principi che l’hanno guidata nel progettare le sculture per The Village?
Ho ricercato un’essenzialità delle linee che potesse esprimere al meglio il marmo nella sua purezza ed energia.
The Village è un progetto nato come un gioco, ma credo possa rappresentare una potente riflessione sul significato della parola casa.
Siamo partiti da una costruzione più complessa, ma abbiamo sentito poi il bisogno di semplificare le linee, ridurre il design alla sua sostanza per dare risalto alla materia.
Quanto è importante per lei la funzionalità nel design?
È sempre stata una componente fondamentale della progettazione. Già Achille Castiglioni ci insegnava che l’utente è parte integrante del progetto e deve quindi guidarci al risultato finale.
Quale pensa possa essere il contributo della sostenibilità nel futuro del design?
È un tema molto ampio che non coinvolge solo la produzione, ma tutta la vita del prodotto fino ad un suo possibile riutilizzo per vivere un secondo ciclo.
Dobbiamo rifondare la nostra idea di bellezza che può partire proprio dalle imperfezioni e dalle discontinuità che rendono unici i materiali. Anche il marmo, nella sua essenza, deve il suo valore e il suo colore alla presenza di impurità minerali.
Come è stato per lei lavorare con Salvatori?
È stata una fortuna poter partire da una ‘library’ così ricca come quella di Salvatori che si è rivelata un apporto fondamentale al progetto per qualità e vastità di scelta.
Abbiamo lavorato a quattro mani con Gabriele Salvatori e il suo team che ci ha guidato con grande competenza nella scelta dei marmi e delle loro caratteristiche.
È importante per me confrontarmi con aziende con un grande heritage e fortemente radicate nel made in Italy, con cui nasce sempre uno scambio fertile.
Con che nome avete ribattezzato la vostra opera e perchè?
Ho scelto di chiamare il mio villaggio Kore, un rimando poetico alle statue greche che rappresentano giovani donne che si affacciano all’età adulta. Le due tipologie di casa presenti al suo interno sono Petra e Alma, evocative di sentimenti di calore domestico e intimità.
Quali pietre avete scelto per la realizzazione dell’opera e perchè?
Alma è una piccola architettura in Rosa Portogallo, materiale caratterizzato da cromatismi intensi e venature che lo impreziosiscono, mentre per Petra ho scelto il Travertino, un marmo estremamente materico, scavato naturalmente e piacevolmente grezzo al tatto. Ho voluto rappresentare così due mondi e due estetiche diverse, anzi complementari.
Sia la collezione The Village che tutti i lavori Salvatori sono basati sul rispetto reciproco, la condivisione di valori comuni e per ultime, ma non per questo meno importanti, l’amore e la passione per la creatività e per il design in ogni sua possibile forma, ovviamente con l’obiettivo di disegnare un futuro migliore.